3 cose da ricordare dell’Agile Business Day
Il meeting di Venezia Agile Business Day 2016 si è aperto e chiuso sabato 17 settembre. Cosa resterà di questa mega conferenza con i guru dell’agile?
I numeri dell’Agile Business Day: #ABD16
Tanti sono stati i partecipanti, 450 ufficialmente, con 32 speaker suddivisi in 18 talk e 6 workshop nella splendida location del Campus San Giobbe dell’Università Cà Foscari. L’iniziativa è stata ideata da un gruppo di professionisti (Michele Budri, Fabio Delaiti, Andrea Provaglio, Giovanni Vaia) che hanno trovato facile collaborazione con l’Associazione non-profit Italian Agile Movement e alcuni partner organizzativi tra cui UX Book Club Verona-Vicenza al quale aderisce anche Antonio Rizzinelli di Ideating.
La giornata dei relatori ha visto affrontare le tematiche della gestione manageriale e le sfide nell’adozione delle metodologie Agile nelle imprese coinvolgendo in modo collaborativo e organizzativo le “persone” più che i “reparti” per migliorare e assicurare al tempo stesso qualità e sostenibilità economica. Il meeting è stato un’ottima opportunità per incontrare operatori, professionisti ed esperti per condividere metodi e approcci pratici efficaci a garantire risposte ad una crescente necessità del business profit ma anche del management della Pubblica Amministrazione e del settore non profit.
La prima cosa da ricordare in questo scenario è che i mercati cambiano, perché cambiano le persone, gli utenti e il punto fondamentale di un’organizzazione è la capacità di adattarsi alle nuove condizioni e alle nuove opportunità.
La seconda cosa da ricordare è che i nuovi modelli di business devono essere affrontati anche culturalmente non solo con un approccio organizzativo all’interno delle imprese e questo aspetto è spesso un vero ostacolo al cambiamento. Persuasivo è stato l’esempio di Andrea Provaglio nel suo keynote del pomeriggio, dove un manager di una grande azienda, dopo aver assunto un professionista che aveva ottenuto ottimi risultati nel bilancio aziendale con un cambiamento organizzativo, diceva: “…non capisco cosa stai facendo ma continua a farlo perché è efficace”.
La terza cosa da ricordare è quella citata da Marco Dussin il più estroverso dei relatori che attraverso il suo speech “Business for Punk” ha voluto ricordare con esempi legati alla musica e al punk in particolare, che si può fare business in modo originale trasgredendo le regole del marketing più tradizionale esaltando solo il prodotto e la stretta relazione con il suo utente. Ci riferiamo a “Brewdog”, una birra con un nuovo marchio, sconosciuto fino al 2007 e in un mercato inglese già blindato dai big che in meno di 10 anni di attività taglierà entro l’anno il traguardo di bilancio di 45 milioni di sterline.
Le organizzazioni, soprattutto quelle delle PMI, se imparano a sfruttare il potenziale creativo derivante dai propri collaboratori, dai dipendenti, dagli stakeholder adottando il Lean Thinking possono trovare nuove energie per migliorare e innovare senza paura trovando nuovi prodotti e servizi adeguati, sostenibili e compatibili con i valori dei propri utenti.
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