Design, cosa succede al marketing?
Assistiamo da almeno un decennio alla crescita costante di una cultura fatta per immagini, icone, ideogrammi che, grazie ai social come Pinterest,
Tumblr, Instagram e soprattutto Youtube, hanno trovato forza e spazio. Immaginate uno smartphone senza icone? Il design ha varcato i propri confini e si sta appropriando dei brand creando un ponte tra la marca e l’utente. Dal concept al prototipo, al packaging fino allo store tutto è sotto osservazione e sta lentamente e radicalmente cambiando il quotidiano.
Compro una bottiglia di vino da bere in compagnia di amici e trovo importante che il mio omaggio alla serata abbia un’adeguata livrea; una sintonia tra il contenuto e il contenitore come ci ha indicato la manifestazione Food Wine Design Week svolto ad Alba nel giugno scorso. Il design declinato in tutte le sue forme e l’enogastronomia con il cibo come simbolo di identità nazionale.
Ma il design vogliamo intenderlo quindi non solo come valore estetico ma anche come valore strategico, come leva di marketing che si rapporta con gli ambiti del pensiero, dell’idea che trova la naturale consacrazione nel punto vendita tra i competitor ed ancora sui social quando viene celebrato e condiviso sul web.
E questo non è forse strategico? Il prodotto è protagonista e diventa l’attore principale nei luoghi di esposizione e consumo.
Il nostro ruolo è quello di aiutare le imprese a rivalutare il loro brand e i loro prodotti/servizi anche con un nome adeguato che non sia la sigla di un codice fiscale ma neanche il saccheggio della mitologia. Il servizio di ideating service design mette insieme più competenze che lavorano per riposizionare o migliorare la percezione di un prodotto e va visto come funzione strategica.
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